martedì 19 aprile 2011

C come calcio!


Il mio sarà anche un giudizio di parte ma qui si va oltre ai giudizi, oltre a quello che tutti pensano. Gioco a calcio e, che io sia brava o no, non è certamente uno sport solo da ragazzi. Certo che i ragazzi siano un po' più portati è appurato. Poi comunque tutto è soggettivo.
Mi chiedo perché io abbia scelto proprio il calcio e ancora non trovo la risposta. So però che le emozioni che ho provato e che provo tuttora sono Emozioni con la e maiuscola.
Tutto è iniziato quando ancora non sapevo nulla del mondo, nulla di nulla, sapevo però che quando mio fratello mi diceva 'Marty dai che andiamo a fare due tiri in giardino' non potevo rifiutare assolutamente, si è iniziata proprio così: mio fratello, io e un pallone, un pallone che tante volte finiva sul bosco e che due terzi di queste volte finiva per bucarsi a causa delle spine (e lì sì che era una tragedia, ma appena possibile si comprava un pallone nuovo).
Crescendo ho provato con il pattinaggio, con il nuoto, con la pallavolo, con il tennis, con l'atletica ma era con il pallone che riuscivo ad avere le migliori soddisfazioni, era con quello che volevo fare a calci.
E allora 4 anni fa decisi che era ora di iniziare a fare sul serio, certo giocavo ancora con mio fratello ma avevo pure una squadra. Poi pian piano il calcio, gli allenamenti, le partite diventavano parte della mia routine, lo sono ancora oggi, e talvolta hanno il sopravvento su altri impegni.
Oltre ad averci trovato persone speciali, nel calcio trovo la mia passione più forte, il più libero sfogo, la grande possibilità di imparare a lottare piuttosto che tirarsi indietro.
E allora le emozioni vere diventano le pacche sulle spalle, gli abbracci prima di entrare in campo, il clima pre e post partita, le parole di incoraggiamento, i litigi, il rumore dei tacchetti di metallo.
Per me è una valvola di sfogo, è una catarsi nel vero e proprio senso della parola, e quello che mi dà il calcio non me lo dà nessun'altro e nient'altro.
Certo è sicuramente banale ma correre dietro a un pallone per me è fondamentale, è una propensione necessaria, è il mio modo di tirare fuori le così dette palle, è il mio mondo parallelo.
Tutti ne hanno uno credo, o forse si tratta solo di trovarlo.




Ogni volta che un bambino prende a calci qualcosa per la strada, lì ricomincia la storia del calcio.

Jorge Luis Borges


2 commenti:

  1. vaiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!!!!!!!!!!dai che andiamo a fare due tiri marty!!!!!!:-):-)

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  2. :) che scemo! Hai visto che ti cito anche? Che carina <3
    Dai che 'ndon!

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