venerdì 15 aprile 2011

Locke: fondatore dell'empirismo inglese


Dopo un po' di fatica, eccovi un buon riassunto!

Appassionato di politica, Locke è stato un filosofo di grande rilevanza, 'il fondatore dell'empirismo inglese' dice Hegel, anche se il contesto filosofico inglese di quel periodo era tuttavia profondamente razionalista.

Da bravo empirista, Locke va un po' a scardinare lo statuto della ragione la quale, messa in secondo piano, oltre a non essere uguale in tutti, né infallibile, e oltre a poter essere tratta in inganno, va a dipendere totalmente dall'ESPERIENZA.
Il punto di partenza dell'indagine Lockiana (scrive sulla sua opera datata 1690, Saggio sull'intelletto umano) è l'IDEA, perché pensare e avere idee è la stessa cosa. L'idea è l'oggetto dell'intelletto quando esso pensa ---> pensiero in atto. Dice infatti Locke: "La conoscenza è sempre solo conoscenza di idee".
Qui parallelamente si inserisce la critica all'INNATISMO, mossa per 3 motivi: a) l'idea di Dio è diversa nei popoli; b) i principi morali non sono uguali per tutti; c) i principi logici e matematici sono sconosciuti a bambini e ignoranti.
Ovviamente le idee non possono che derivare dall'esperienza (e qui si evidenzia l'atteggiamento passivo della ragione nei confronti dell'esperienza) e, in quanto base della conoscenza, possono essere SEMPLICI, cioè divise in IDEE DI SENSAZIONE (ricevute da un'esperienza esterna) divise a loro volta in oggettive e soggettive, e IDEE DI RIFLESSIONE (ricevute da un'esperienza interna) e COMPLESSE. Le idee complesse sono l'insieme di varie idee semplici (che sono qualità singole). Quest'ultime grazie all'intelletto riescono a combinare le idee complesse (quando invece l'intelletto procede per astrazione le idee create sono di ordine generale) le quali si dividono in IDEE DI MODO (non sussistenti per sé ma solo come manifestazioni di una sostanza, es: triangolo, gratitudine...), IDEE DI SOSTANZA (sussistenti di per sé, es: uomo, pecora...) e IDEE DI RELAZIONE (frutto di confronto di un'idea con un'altra).
Parlando invece di sostanza, ci si chiede se la sostanza abbia un corrispondente ontologico e la risposta è NO! Perché no? Perché essa è 'supposto ma sconosciuto sostegno delle qualità effettivamente esistenti': noi quindi supponiamo ma non conosciamo, e tutto ciò a cui diamo un nome è un nome generale che assegniamo a questo carattere arbitrario (convenzionale e soggettivo) che è la sostanza. Si può dire ergo che la conoscenza della realtà è data dalla realtà che percepisco.
Parliamo invece di CONOSCENZA: la conoscenza è la percezione della connessione e dell'accordo,o del disaccordo e del contrasto tra le nostre idee. Certo quando l'accordo è colto immediatamente la conoscenza diviene più certa!
La conoscenza si divide anch'essa in 3 gradi:
- intuitiva (accordo/disaccordo immediato) grazie alla quale abbiamo la certezza dell'IO;
- dimostrativa (accordo/disaccordo tramite idee intermedie=prove) grazie alla quale abbiamo la certezza di DIO;
- per esperienza/della realtà esterna (ripetizione di comportamenti o giudizi sintetici) grazie alla quale abbiamo la certezza PROBABILE della realtà.

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