martedì 30 agosto 2011

NUMEROLOGIA

Parliamo di numeri.
Tutti abbiamo un numero preferito, e chissà per quale strano motivo ce lo ritroviamo sempre appresso.
Il mio è l'11, gioco a calcio e a calcio si gioca in 11, sono nata il 22 che è multiplo di 11, ho compiuto i miei 18 anni nel duemilaUNDICI, e in tutto ciò che faccio o in tutto ciò che conto mi ritrovo sempre l'11!
Coincidenza o altro?
Riporto così qui sotto il link con il significato dei vari numeri fino al numero 13 che Wikipedia propone:





domenica 31 luglio 2011

? ? !

Sappiamo cos'è giusto e cos'è sbagliato, solo che preferiamo sbagliare.
Più ci penso, meno ci capisco.
Il mio sguardo in cerca di risposte, la mia mente non ne vuol sapere.

venerdì 8 luglio 2011

Una buona percentuale mangia pane e simpatia a colazione.

Nel mondo del mercato, del mercato in sé, quello dei commercianti con i propri banchi e i propri ombrelloni, quello dell'alzataccia mattutina, ho imparato da qualche anno a confrontarmi con più tipi di clientela.

Ci sono i CURIOSI che, perplessi nei meandri del banco, danno soltanto un'occhiata perché di questi tempi, si sa, i soldi preferiscono starsene intanati nelle tasche di jeans e giubbotti.

Ci sono le persone DECISE che, se necessario, chiedono, ma in ogni caso comprano, sicure del proprio acquisto.

Ci sono i FICCANASO che con assoluta tranquillità ascoltano i dubbi della persona a fianco su un tal prodotto cui rispondono al posto del commerciante.

Non possono mancare poi gli SCETTICI (vendiamo prodotti naturali e certificati sì: Non ci credi? Non ti fidi? Cavoli tuoi!) che ovviamente hanno visto di meglio e non si fidano e quindi non fanno altro che dar fiato alla bocca davanti a noi commercianti che cerchiamo di essere gentili nonostante tutto e di non tirare strambe occhiate; come non possono mancare i tipici SPETTATORI che con le braccia dietro la schiena, dopo aver notato che il nostro è il banco alternativo del mercato, danno forma a un complimento corredato tante volte da un timido sorriso.

Nonostante tu ci metta tutto il tuo entusiasmo nel saluto e la tua pazienza nello spiegare le funzionalità del prodotto c'è LUI, lui che non saluta (brutto bipede antipatico!): per lui il saluto è un optional, proprio come lo è l'indicatore direzionale per alcuni automobilisti.

Come posso provare amore per chi al di là del banco, dopo aver accuratamente ascoltato la mia spiegazione, mi dà ulteriori informazioni a me prima sconosciute, provo profondo odio per, solitamente, LEI che, fattomi un vero e proprio interrogatorio su almeno l'85% dei prodotti esposti, NON compra nulla, perché i lui prima o poi cedono, ma le lei non demordono mica!

giovedì 7 luglio 2011

Auff Ovvero Non è Mai Finita!

Giornata Stancante eh?
Vacanze che lo sono solo di nome?
Bene Lavori tuuta la settimana pr concederti quel maledetto momento rilassante a fine settimana?Scordatelo! Ci sarà sempre qualcuno che verrà a romperti i cosiddetti. magari pensi solo di essere sfortunato e invece no! Ormai è diventata consuetudine,perchè si sa,vanno in vacanza anche i rompipalle,solo che ha differenza del resto dell'anno "lavorativo" ora fanno i rompipalle fulltime! L'ultimo weekend sono andato al mare,e come tutti i bravi bambini che non hanno ancora la prostata in fiamme, abbiamo deciso di fare una partita a calcio. Noncuranti che questo potesse dar fastidio ai famosi "rompipalle in trasferta",quindi ci siamo dovuti sorbire l'intervento di un 40enne peloso in costume,che ci accusava di giocare in una zona in cui era CHIARAMENTE speciaficato dal cartello che non si poteva giocare nè a calcio nè a boccie. Il tutto senza che noi l'avessimo disturbato,era infatti a 10m da noi,ma ok,va tutto bene,purtropo ha ragione! a malincuore interrompiamo la partita e con un po' di astio lo mandiamo in alcuni posti(senza che ci senti:siamo già dei terroristi cit. del sgnore che chiamerò da ora in poi Astolfo). Saltata la partita e persa la voglia di giocare andiamo in piscina, ne usiamo 15 min dopo e cosa vediamo' Famigliola completa che gioa dove eravamo noi a bocce! Possibile che Astolfo non li avesse visti? E non avesse protestato? Invece no Astolfo era il caro padre di famiglia che giocava con figlioli come nella pubblicità della mulino bianco! Vedendoli ho pensato: vuoi vedere chhe ci ha mandato via per giocare a bocce? No,impossibile un ADULTO non può essere così deficiente! Allora siamo andati a chiedere spiegazioni,tengo a precisare che con bambini di 6 anni stai giocando a bocce con bocce di pietra,ma ok! Facciamo presente ad Astolfo il cartello che prima ci aveva mostrato e lui di tutta risposta afferma che un pallone da calcio(ragazzi era uno di quelli in plasticotto un po' pesante)se ti colpisce ti uccide,invece una boccia no! Normale dipende da dove ti colpisce se una  boccia in pietra ti finisce sulla caviglia di certo non muori,ma di certo una frattura composta te la becchi! Chiediamo di rispettare il cartello! Non Accetta! La moglie di Astolfo si mette in mezzo rispondendo"Siamo adulti,portate rispetto e fatevi gli affari vostri".Qualche ragazzo dietro di me rumoreggia! Ma ci vuole diplomazia. A questo punto mando un mio amico a chiamare il custode che "con molta gentilezza" fa capire che lì non è possibile giocare a bocce e a calcio! Risultato? Zona libera inutilizzata! Se Astolfo avesse evitato di rompere probabilmente avrebbe giocato a bocce e noi a calcio=tutti felici e accontentati! Invece no! C'è sempre chi se ne vuole approfittare! Sempre... Maledetti Rompipalle in Trasferta!

lunedì 20 giugno 2011

Che trip!



Ogni tanto mi capita qualche strana visita.
Oggi è toccato a questo simpatico signore dai colori giallo, blu e rosso.
Carino no?
Devo solo trovarci un nome. Euripide ci sta tutto! Oh sì!



Qui trovate altre 3 foto del mio animaletto domestico: http://www.flickr.com/photos/martina-pasqual/

venerdì 10 giugno 2011

Noi.

Foto di Maria Scarogni



Un altro anno.
Concluso.
Tra 'scleri' e altro, ma finalmente concluso.
Se n'è andato e non ritorna mica più!
Inutile fingere, si sa che la scuola, seppur sia un luogo, uno spazio (e perché no un tempo?) di passaggio, rappresenta la nostra prima unica occasione di crescere.
Poi sul fatto che faccia a volte dannare non ci piove.
Ma proprio qui il nostro caratterino comincia a prendere forma, proprio qui ci si mette alla prova.






'I nostri studenti che 'vanno male' (studenti ritenuti senza avvenire) non vengono mai soli a scuola. In classe entra una cipolla: svariati strati di magone, paura, preoccupazione, rancore, rabbia, desideri insoddisfatti, rinunce furibonde accumulati su uno strato di passato disonorevole, di presente minaccioso, di futuro precluso. Guardateli, ecco che arrivano, il corpo in divenire e la famiglia nello zaino. La lezione può cominciare solo dopo che hanno posato il fardello e pelato la cipolla. Difficile spiegarlo, ma spesso basta solo uno sguardo, una frase benevola, la parola di un adulto, fiduciosa, chiara ed equilibrata per dissolvere quei magoni, alleviare quegli animi, collocarli in un presente rigorosamente indicativo.
Naturalmente il beneficio sarà provvisorio, la cipolla si ricomporrà all'uscita e forse domani si dovrà ricominciare daccapo.'


(Diario di scuola, Daniel Pennac)



Ah, dimenticavo: un GRAZIE a tutti! Ora tocca al letargo ;)

domenica 29 maggio 2011

-In linea d'aria con l'estate-















©



Standin' on your mama's porch
You told me that you'd wait forever
Oh and when you held my hand
I knew that it was now or never
Those were the best days of my life
Back in the summer of '69

Man we were killin' time
We were young and restless
We needed to unwind
I guess nothin' can last forever - forever, no...


Bryan Adams - Summer of '69

venerdì 27 maggio 2011

Tecnologia ovunque.

Il futuro dei tatuaggi

La loro origine, tra i popoli della Polinesia, si perde nella notte dei tempi. Oggi vanno di gran moda. E domani? Si programmeranno.
La loro origine, tra i popoli della Polinesia, si perde nella notte dei tempi. Erano comuni anche tra gli Egizi e gli antichi indiani d’America. La mummia Otzi (3300 a.C.) ritrovata nelle Alpi italiane nel 1991 ne aveva alcuni terapeutici.
Oggi sono diventati di moda in tutte le culture e in ogni ambiente: secondo una recente ricerca un giovane americano su tre ne ha almeno uno. E accomunano avanzi di galera e celebrità, serial killer e calciatori, Angelina Jolie e portinaie.
Stiamo parlando dei tatuaggi, l’espressione di boby art più antica e diffusa.

Passato e futuro

In passato la tradizione di tatuarsi viso, torso e braccia era limitata ad alcune popolazioni ed era carica di significati religiosi, tribali. Nel mondo occidentale il tatuaggio è stato per secoli un tabù, vietato dal conformismo e riportato in auge dai marinai e dagli esploratori di ritorno dalla Polinesia. Ancora oggi è l'espressione di un bisogno di appartenenza (serve a comunicare ciò che più ci rappresenta agli altri) e di affermazione di diversità (anche se sempre meno).
E in futuro? Anche i tattoo, come vengo chiamati in gergo, sono destinati ad un’evoluzione.

Tatuaggio “simpatico”

Una prima trasformazione, seppure minima, è stata nel tipo di inchiostro utilizzato per fare il tatuaggio. I pigmenti tradizionali prevedono sostanze, come il cobalto o il cinabro, che colorano la pelle e sono visibili alla luce del Sole o, comunque, in ambienti illuminati.
Ma c’è anche chi utilizza l’UV Blacklight Ink, un particolare inchiostro che può essere soltanto con una luce a raggi ultravioletti. Quando non si è esposti a questa luce, sul braccio è visibile solo l’incisione del tatuaggio, la vera e propria cicatrice fatta dagli aghi del tatuatore, come se vi fosse, appunto, una ferita.

Animazioni sottopelle

Ma che cosa accadrebbe se invece di eseguire un semplice disegno, sottopelle fosse innestato un particolare display? Il prototipo, ideato da Gina Miller e Robert Frejitas Jr., andrebbe innestato appena sotto la superficie della pelle del dorso della mano o sull’avambraccio. Attivabile e controllabile tramite un piccolo colpetto di dita, il display è in grado di riprodurre lettere, numeri o animazioni grazie a tre miliardi di nanorobot che si sincronizzano in base al comando dato.

Non solo una decorazione

Un dispositivo analogo è allo studio di Andrew Singer, un eclettico inventore statunitense. Il display-tatuaggio è collegato a un microchip, impiantato nell’epidermide, che controlla i valori vitali (come pressione, livelli di colesterolo, glicemia, etc) dei pazienti con malattie critiche come il diabete. I dati elaborati dall’impianto verrebbero ritrasmessi sul display dermico. Con un semplice colpo d’occhio, in caso di emergenza, i medici avrebbero tutte le informazioni importanti.

Il tatuaggio diventa digitale

Con il duplice scopo della terapia e di un’estetica funzionale (e non fine a se stessa), è il caso di segnalare anche il progetto del Digital Tattoo, una sorta di tatuaggio eseguito sulla superficie della pelle con un particolare inchiostro digitale. Il Digital Ink permetterà di programmare il tatuaggio tramite la sincronizzazione di un computer palmare dotato di collegamento Wi-Fi. Sarà possibile “caricare” appuntamenti o emoticon, che appariranno sulla nostra pelle, ricordandoci che dobbiamo fare gli auguri a fidanzata/o o segnalare agli altri il nostro stato d’animo.






giovedì 19 maggio 2011

Sclerando.

Sì è fine maggio. Sì siamo stanchi. Sì voglio le vacanze. Sì domani ho compito.
Tra le tante materie da studiare per le ultime verifiche di questo luuuungo anno scolastico (ma quasi finito grazie a Zeus!) oggi è toccato a latino, al mio amico Ovidio, che tanto parlava di amore ma di amore non ne ha mai vista l'ombra. Era un womanizer (gergo tecnico) in realtà!
Noia mortale infatti, tranne però quando il mio occhio è rimasto incastrato in questa frase:


Quod petis, est nusquam; quod amas, avertere, perdes!
(Ciò che chiedi non esiste; ciò che ami, se ti allontani, lo perdi!)



Reale no?

mercoledì 18 maggio 2011

Gran frase!





- Non ho mai compreso come si possa essere sazi di un essere umano -



(M. Yourcenar)

giovedì 28 aprile 2011

Siamo sicuri che GF stia per Grande Fratello?

Diciamolo pure: nella televisione di oggi sono davvero pochi i programmi che si salvano. Eppure ci dicono: guardate i telegiornali almeno! Mi chiedo: perché dovrei guardare un "telegiornale" che per notizia intende qualcosa che di notizia non ha neanche l'ombra? Cosa mi interessa del fatto manchino meno di 24 ore al matrimonio di quei due (come si chiamano? Ah sì, William e Kate!)? Oppure, (notizia balenga direi! Mi mancava in effetti!) cosa può fregarmene del fatto che Balotelli sia un collezionista di multe e di rimozioni?!
Ma qualche volta salta fuori anche qualche notizia relativa a uccisioni e altre storielle di carattere 'giallo' ma tanto 'era una brava persona' direbbero al tg. Non che i giornali siano meglio perché qualsiasi giornalista farebbe, anzi fa a gara per ingigantire la propria notizia, ma sicuramente qualcosa di meglio rispetto ai tg c'è!
Peggio ancora veniamo un po' al Grande Fratello! Ormai è diventato un business, è diventato IL programma, ma non è tanto colpa delle persone che ne fanno parte se tale programma sta tra quelli più visti: la colpa è nostra! Perché se c'è gente che lo guarda la risposta alla domanda 'perché guardarlo?' è una sola: 'perché fa figo!' diremmo noi! E allora giù di link su Facebook, giù di discussioni per affermare il/la preferito/a della casa, giù a fare del GF la nostra tematica giornaliera! Quando si è a casa non ci si chiede più 'come va?', 'che fai oggi?', 'tutto bene?' ma si chiede 'oooooooh hai visto ieri sera il GF??! Io non l'ho visto, dimmi cos'è successo!!!'
Oltre a credere che si possa fare benissimo a meno di un programma che di etico non contiene nulla, credo pure che questo articolo non servirà a cambiare la mentalità della gente, ma tant'è. Non vi sembra, a questo punto, che GF non stia per Grande Fratello ma (forse) soprattutto per Grandioso Fallimento?
Fallimento di noi come persone, di noi che abbiamo trasposto quelli che sono i veri valori, noi che vorremmo cambiare il mondo! Beh certo allora continuiamo pure a guardare il Grande Fratello!

martedì 19 aprile 2011

C come calcio!


Il mio sarà anche un giudizio di parte ma qui si va oltre ai giudizi, oltre a quello che tutti pensano. Gioco a calcio e, che io sia brava o no, non è certamente uno sport solo da ragazzi. Certo che i ragazzi siano un po' più portati è appurato. Poi comunque tutto è soggettivo.
Mi chiedo perché io abbia scelto proprio il calcio e ancora non trovo la risposta. So però che le emozioni che ho provato e che provo tuttora sono Emozioni con la e maiuscola.
Tutto è iniziato quando ancora non sapevo nulla del mondo, nulla di nulla, sapevo però che quando mio fratello mi diceva 'Marty dai che andiamo a fare due tiri in giardino' non potevo rifiutare assolutamente, si è iniziata proprio così: mio fratello, io e un pallone, un pallone che tante volte finiva sul bosco e che due terzi di queste volte finiva per bucarsi a causa delle spine (e lì sì che era una tragedia, ma appena possibile si comprava un pallone nuovo).
Crescendo ho provato con il pattinaggio, con il nuoto, con la pallavolo, con il tennis, con l'atletica ma era con il pallone che riuscivo ad avere le migliori soddisfazioni, era con quello che volevo fare a calci.
E allora 4 anni fa decisi che era ora di iniziare a fare sul serio, certo giocavo ancora con mio fratello ma avevo pure una squadra. Poi pian piano il calcio, gli allenamenti, le partite diventavano parte della mia routine, lo sono ancora oggi, e talvolta hanno il sopravvento su altri impegni.
Oltre ad averci trovato persone speciali, nel calcio trovo la mia passione più forte, il più libero sfogo, la grande possibilità di imparare a lottare piuttosto che tirarsi indietro.
E allora le emozioni vere diventano le pacche sulle spalle, gli abbracci prima di entrare in campo, il clima pre e post partita, le parole di incoraggiamento, i litigi, il rumore dei tacchetti di metallo.
Per me è una valvola di sfogo, è una catarsi nel vero e proprio senso della parola, e quello che mi dà il calcio non me lo dà nessun'altro e nient'altro.
Certo è sicuramente banale ma correre dietro a un pallone per me è fondamentale, è una propensione necessaria, è il mio modo di tirare fuori le così dette palle, è il mio mondo parallelo.
Tutti ne hanno uno credo, o forse si tratta solo di trovarlo.




Ogni volta che un bambino prende a calci qualcosa per la strada, lì ricomincia la storia del calcio.

Jorge Luis Borges


venerdì 15 aprile 2011

Discepto Ergo Sum

Mi accorgo ogni giorno che passa che cerchiamo di raggiungere un livello più elevato di benessere,di felicità e ciò influenza positivamente la nostra vita dandole, appunto, uno scopo. Ma la domanda è questa... Per chi lo facciamo? Per noi o per farci sentire più importanti di qualcun altro o ancora peggio per ricevere soddisfazioni da qualcuno che non sia noi stessi: la famiglia, i parenti, i compagni. Seguiamo il nostro bisogno narcisistico di farci invidiare, invidiare per ciò che siamo, diamo e facciamo. Siamo educati a questo fin da piccoli, ricordo quando ero piccolo che i miei nonni quando trovavavano un loro amico, iniziava la serie dei:"ma che bèo!" (e questo ancora adesso :) ) e alla fine si terminava con la rassegna dei nipoti:" ma el mio se pì bravo,pì bèo e storie varie".Fortunata era la nonna a cui capitava un nipote che faceva il classico, poi con le amiche era oggetto di vanto, avevi appunto un nipote intelligente e quindi anche tu lo eri! Con questo non voglio demolire gli incontri tra le nonne, ma in senso lato tutti quegli incontri che spesso portano a serie di occhiatacce e commenti sarcastici che si scambiano pensando che tu non li percepisca! Cresciamo con una vecchia generazione che vuole dimostrarci i valori di una volta: serietà, severità e soprattutto fierezza, ma poi la loro maschera cade nel momento in cui si incontrano, ne abbiamo un esempio concreto in politica, in cui esiste solo la dialettica. Dobbiamo eliminare questo bisogno intimo e regresso alla discussione! Lasciamo che siano loro a sbranarsi! Penso che quindi programmi come il GF non siano solo per i giovani, ma siano anche l'unico specchio di realtà distorta che loro percepiscono di noi! In sostanza se sentite il bisogno di uccidere/odiare/picchiare una persona, mandatela semplicemente a fare in culo (1° Consiglio) che sfoga molto di più. Anzi forse l'unico modo di sconfiggere questo fenomeno è l'onesta, dichiarare SUBITO e PERSONALMENTE alla persona qual è il problema e cercare di risolverlo (2° Consiglio), qualora non rispondesse alle vostre critiche seguite il primo consiglio che può essere applicato a tutto!


Visto che la mia collega :) ha citato Cartesio mi prendo una licenza poetica e modifico il suo cogito ergo sum in discepto (discuto) ergo sum.

Neanche Cartesio dubiterebbe!

Si voglia o no, per salvare questo mondo che va in frantumi e questa politica (che va a puttane?) bisogna ricorrere a qualcosa. Ma a che cosa? Siamo tutti bravi a dire che ci vogliono politici giovani, che ci vuole miglior organizzazione, che la guerra non serve, che i giovani sono merda (o 'fiacchi' come dice qualcuno...). Ma parliamone! In un contesto dove i politici scaldano le sedie per qualche ora al giorno e paradossalmente guadagnano TROPPO, in una situazione di saturazione dei mercati (inventeranno anche un assorbente che comparirà magicamente sulla mutanda al momento del bisogno secondo voi? Farà puff e noi ragazze/donne saremo apposto! Sì sì, il futuro...) , in un mondo intasato dall'inquinamento, in un mondo dove i telegiornali non sono per nulla telegiornali (Studio Aperto: vogliamo parlarne?), in questa realtà dove, secondo alcuni, in diverse misure, sta avvenendo lo svuotamento dei valori, dove i profughi vengono pagati 35 euri a giorno (per in totale di 1050 euri al mese) nel loro dolce far niente e i pensionati nostri non riescono ad arrivare alla fine del mese con 400 euro, ma soprattutto dove la scomparsa progressiva dei congiuntivi mi fa venire i brividi alle orecchie, NOI giovani cosa dobbiamo fare?! Sì esiste il volontariato ma non basta.
Si tornerà all'era primitiva forse!
Ma mentre tutto questo è in secondo piano, al primo spicca la rivoluzione del BIOLOGICO! (e io ne so qualcosa, grazie P. e R.)


Seriamente parlando, i cibi biologici convengono?
Certo parte della popolazione mondiale preferisce puntare su prodotti a basso costo ( e da qui scandali quale mucca pazza), il cibo biologico invece costa di più. Ma è anche vero che il cibo biologico permette di risparmiare in termini di salute. E inoltre sembra rappresentare il futuro.
Naturale ma a caro prezzo. Forse, per rimediare a inquinamento e questioni di tipo energetico, è bene che si rifletta un po' a questo biologico, a questo ecologico!


Kant

LA VITA

Immanuel Kant (Königsberg, 22 aprile 1724 – Königsberg, 12 febbraio 1804) è stato un filosofo tedesco (Kapito ja?). Fu uno dei più importanti esponenti dell'illuminismo tedesco.
Kant nacque nel 1724 a Königsberg (allora capitale della Prussia e attualmente città russa tra Polonia e Lituania col nome di Kaliningrad), quarto di nove figli (..azzo), dei quali solo cinque raggiunsero l'età adulta (che sfiga:(). Trascorse l'intera vita nella città natale, allora capitale della Prussia Orientale, e nei suoi dintorni (uscite con gli amici a Bassano o Montebelluna). Il padre, Johann Georg Kant (1682-1746), era un sellaio (faceva selle x chi non l'avesse capito) originario di Memel, al tempo la città prussiana più settentrionale (oggi Klaipėda, in Lituania); la madre, Anna Regina Reuter (1697-1737), era una seguace del pietismo (condotta di vita religiosa e assai rigorosa) (come la nostra!). L'educazione religiosa impartitagli dalla madre continuò anche nel Collegium Fridericianum (il cui direttore era da poco diventato Franz Albert Schultz (qualcuno ha ruttato?), importante esponente di quella corrente religiosa), il più importante punto di riferimento d'attinenza specifica sullo studio del pensiero di quel periodo. Al collegio Kant studiò molto il latino, poco il greco antico (beh quello anche noi!) (limitato al Nuovo Testamento) e quasi per nulla le materie scientifiche (gli faceva schifo chimica e come dargli torto!). Nel 1740, Kant uscì dal collegio per intraprendere studi filosofici, di teologia e di matematica all'Università di Königsberg, dove fu allievo di Martin Knutzen (straftrunzen...sti nomi teteschi), docente di matematica e fisica newtoniana. Il suo interesse per Newton, ma anche per le scienze in generale, si manifestò in questo periodo nello scritto "Pensieri sulla vera valutazione delle forze vive"(chi aveva capito nel titolo il CHIARO ed EVIDENTE riferimento a Newton?), nel quale Kant si soffermò sul problema del calcolo dell'energia cinetica dei corpi (capito?). È questa un'opera dalla forte e chiara impronta illuministica: possiamo infatti ritrovarvi le prime tracce del suo "sapere aude" (abbi il coraggio di sapere! E' una frase di Orazio, Epistole 1-2), con il quale demolisce l'autorità dei pensatori precedenti in nome di nuove scoperte sorrette dall'intelletto (è chiaro il rinvio a Francesco Bacone) (x me no).

LE OPERE

Le opere fondamentali di Kant sono, nel periodo cosiddetto "critico" (perchè criticava naturalmente!) (dal 1771 al 1790): la Critica della ragion pura (1781), la Critica della ragion pratica (1788) e la Critica del Giudizio (1790), precedute da una notevole serie di opere minori in età giovanile (tutti librettini colorati x bambini). In seguito Kant si orientò sempre di più verso gli interessi teologici e di questo periodo sono due opere fondamentali del suo pensiero maturo: La religione nei limiti della semplice ragione, del 1793, e La metafisica dei costumi, del 1797. Segue nel 1798 L'antropologia dal punto di vista pragmatico (delle azioni umane insomma co' sti termini!) e altre opere minori.

IL CRITICISMO KANTIANO


Con il criticismo Kant va oltre l'illuminismo, e dimostra che anche la ragione può errare (ma dai?). Quindi supera e progredisce anche il razionalismo e l'empirismo, pur non distruggendoli, ma inglobandoli (come facciamo noi con il cioccolato) in parte.
Il criticismo afferma che la ragione può procedere scientificamente, in modo teoretico (la conoscenza) e corretto attraverso l'intelletto, come si era sempre pensato. Ma la novità consiste nel constatare che la ragione può anche essere dialettica (insomma tutta na ciacoea,ma aea fine niente), con la quale viene spacciato (insomma conta palle) per scientifico ciò che non lo è, essendo quindi scorretta (perché compie errori nel ragionamento).

l criticismo critica la ragione nel suo procedere. Riguardo ciò Kant scrisse tre importanti opere:

  1. "Critica della ragion pura", cioè alla ragion teoretica (come avviene la conoscenza), che ci da una conoscenza scientifica
  2. "Critica della ragion pratica", cioè nel suo ambito pratico, etico (morale), e ne mostra il percorso
  3. "Critica del giudizio", dove si parla del concetto del bello (Io,che modestia,ah?) e della finalità della natura, quindi del giudizio nell'ambito scientifico per riconciliare l'uomo con la natura (tipo Tarzan).
TRASCENDENTALE


« Chiamo trascendentale ogni conoscenza che si occupa non di oggetti, ma del nostro modo di conoscenza degli oggetti in quanto questa deve essere possibile a priori. »
(I. Kant, Critica della ragion pura, A12)

In Kant il termine trascendentale passò a significare il meccanismo "formale" della conoscenza (In poche parole come diavolo capiamo??? ma ti devono impegolare con il lessico), prescindendo dal contenuto di essa: cioè vuole spiegare non che cosa conosciamo ma come avviene la conoscenza. Ovvero designa la ricerca dei presupposti teorici (=cause!sto lessico del cappio) che rendono possibile la conoscenza.
La conoscenza per un aspetto è passiva in quanto si basa su dati sensibili che noi acquisiamo passivamente (La PERCEZIONE) ma, per altro verso è attiva, poiché noi siamo dotati di "funzioni trascendentali", di modi di funzionamento del nostro intelletto che automaticamente si attivano nel momento stesso in cui riceviamo i dati sensibili (X esempio se vediamo associamo subito l'idea di bellissima :P perdonami Leo...). Nel caso cioè del primo grado del conoscere, l'intuizione, noi mettiamo istantaneamente in opera le funzioni di spazio e tempo; cioè discriminiamo, selezioniamo attivamente i dati sensibili nello spazio e nel tempo (era meglio il mio esempio,o no?).
Questi modi di funzionamento della conoscenza sensibile non sono un'attività ulteriore che noi mettiamo in esecuzione, ma appartengono al modo di essere del nostro stesso intelletto (Insomma se non capisci niente non è colpa tua,ma del tuo intelletto... Ma non è la stessa cosa? Bah). Kant dice che le funzioni trascendentali hanno le caratteristiche di "necessità", poiché la nostra ragione le mette necessariamente in azione, per cui anche se volessimo non potremmo fare a meno di usarle, e di "universalità" perché appartengono a tutti gli uomini dotati di ragione (quindi siamo tutti alllo stesso livello). Quindi queste funzioni, spazio e tempo, (nel caso dell'intuizione), sono da sempre presenti prima ancora di ricevere il primo dato sensibile, in quanto non sono altro che il modo di funzionare della nostra ragione (simili alle idee innate,ho detto SIMILI,ma NON sono la stessa cosa!). Infatti entrano subito in azione non appena si riceve il primissimo dato sensibile.
Le funzioni trascendentali non sono gli "universali" ricavati dall'esperienza, perché esse sono presenti prima dell'esperienza e non vanno neppure confuse con le idee innate le quali si presentano dotate di un contenuto (l'idea innata di Dio) mentre le funzioni non hanno un contenuto.
Possiamo dire che sono a priori, precedono l'esperienza, ovvero la "trascendono" in quanto "stanno al di là" dell'esperienza stessa; ma allo stesso tempo sono "immanenti", in quanto quelle funzioni diventano reali, acquistano valore effettivo, il loro funzionamento da potenziale diviene attuale, solo quando s'"incarnano" con i dati sensibili (quindi non sono innate,ma trascendono...Boh).
Quindi trascendentale vuol dire proprio questo: una specie di sintesi di "immanente" (già presente) e "trascendente".

Fatto:)

David HUME

Con Hume siamo in pieno illuminismo, periodo che vede una svolta epocale del modo di rapportarsi alla ragione umana in quanto essa è priva di conoscenze a priori (antidogmatismo) ma soprattutto è limitata dalla solita cara esperienza. Nel 1736 appare la prima opera humeana (Trattato sulla natura umana) nella quale è scritto:
'Ho di me stesso l'immagine di un uomo il quale, dopo aver cozzato in molti scogli, ed evitato a malapena il naufragio (=rischio di naufragio della filosofia dogmatica) passando in una secca, conservi ancora la temerarietà di mettersi per mare con lo stesso battello sconquassato (=ragione), con l'intatta ambizione di tentare il giro del mondo (=conoscenza complessiva dell'uomo) nonostante queste disastrose circostanze.'


Con questa metafora Hume rivela il suo intento che è quello di studiare l'uomo per quello che è e individuare un unico principio per spiegare ciò che lo caratterizza (voleva fare insomma come Newton con la legge di gravitazione universale).
Anche lui parla di CONOSCENZA e a proposito di questa sostiene che essa parta dalla PERCEZIONE, ossia 'tutto ciò che può essere presente alla mente, sia che esercitiamo i nostri sensi, sia che siamo mossi da passione, sia che esercitiamo pensiero e riflessione'. La percezione è dunque il fondamento di ogni rapporto umano con la realtà e può produrre IMPRESSIONI (percezioni vivaci e forti di sensazioni ed emozioni alla prima apparizione nell'animo umano) e IDEE (percezioni più pallide e deboli delle impressioni). Le idee possono essere prodotte anche da memoria e immaginazione le quali agiscono per ABITUDINE grazie a un processo di associazione che produce in noi una credenza.
Dal momento che noi associamo più idee senza che ci sia questo rapporto insito nelle idee stesse, questo processo di carattere psicologico, insieme all'abitudine, fa presagire che il passaggio da essere a dover essere sia improprio poiché NON è CONTRADDITTORIO IL NON VERIFICARSI DI QUALCOSA, inoltre la conoscenza che si forma è solo probabile e non necessaria. La conoscenza tuttavia può essere di due tipi: FISICA (matters of facts) ossia probabile perché il contrario di un fatto è sempre possibile e non può implicare alcuna contraddizione e MATEMATICA (relations of ideas) ossia certa e necessaria perché formula proposizoini attraverso la pura attività di pensiero per INTUIZIONE e DIMOSTRAZIONE, prescindendo dalle impressioni. Il principio di associazione dunque avviene tramite somiglianza, contiguità e causalità: con queste l'uomo fa previsioni prive di fondamento scientifico.
Veniamo invece al principio di causalità. Essa è data dalla contiguità A ---> B e dalla priorità della causa sull'effetto, tuttavia è arbitraria e priva di necessità oggettiva in quanto non esiste come relazione necessaria e anche se A venisse prima di B non avremmo mai la percezione che B sarebbe accaduto se non fosse accaduto A. Perché secondo voi? Perché A e B restano comunque 2 fatti distinti e, dal momento che l'esperienza ci illumina riguardo il passato e non il futuro, è solo l'ABITUDINE che 'ci induce a supporre che il futuro sia conforme al passato e ci induce a pensare che esista regolarità nei fenomeni naturali'.
E allora il mondo esiste come essenza? No! Il mondo è una credenza, la quale è un sentimento naturale nell'uomo che dipende dall'abitudine e quindi le singole realtà sviluppano in noi percezioni che ci traggono in inganno. La prima credenza forte dell'uomo dunque è quella dell'esistenza di un MONDO ESTERNO, credenza aiutata dalla coerenza e dalla costanza per cui questo sentimento che ci porta a credere alla realtà esterna è INELIMINABILE, la seconda è quella dell'IO, secondo cui 'noi non abbiamo mai esperienza del nostro io, ma sempre e solo una serie di stati d'animo', l'io quindi è un fascio di percezioni in successione legate da noi tramite associazione.
Ne consegue che la CREDENZA sia una conoscenza basata su un istinto ineliminabile e che il crearsi di credenze nell'uomo sia inevitabile.
Per quanto riguarda la MORALE humeana possiamo dire che la vita morale sia determinata non da leggi ma da istinti e passioni. Il male e il bene non esistono perché l'uomo agisce quando è mosso da passioni, passioni condotte sulla base di un principio di SIMPATIA, il quale, tramite immaginazione, trasforma passioni altrui in nostre esperienze. Anche la simpatia è quindi istinto e non razionalità e questo LEGAME SIMPATETICO agisce nella morale nello stesso modo in cui la credenza agisce nella gnoseologia.
Le PASSIONI sono impressioni secondarie di riflessione che si generano per reazione alle impressioni primarie di sensazioni di piacere o dolore venute a contatto con corpi esterni. Esse possono essere DIRETTE (generate immediatamente dalle impressioni di sensazioni di piacere o dolore) o INDIRETTE (generate quando alle impressioni di piacere o dolore vengono associate altre qualità dell'io o degli altri).
LA MORALE DUNQUE PROCEDE PER PASSIONI!

Locke: fondatore dell'empirismo inglese


Dopo un po' di fatica, eccovi un buon riassunto!

Appassionato di politica, Locke è stato un filosofo di grande rilevanza, 'il fondatore dell'empirismo inglese' dice Hegel, anche se il contesto filosofico inglese di quel periodo era tuttavia profondamente razionalista.

Da bravo empirista, Locke va un po' a scardinare lo statuto della ragione la quale, messa in secondo piano, oltre a non essere uguale in tutti, né infallibile, e oltre a poter essere tratta in inganno, va a dipendere totalmente dall'ESPERIENZA.
Il punto di partenza dell'indagine Lockiana (scrive sulla sua opera datata 1690, Saggio sull'intelletto umano) è l'IDEA, perché pensare e avere idee è la stessa cosa. L'idea è l'oggetto dell'intelletto quando esso pensa ---> pensiero in atto. Dice infatti Locke: "La conoscenza è sempre solo conoscenza di idee".
Qui parallelamente si inserisce la critica all'INNATISMO, mossa per 3 motivi: a) l'idea di Dio è diversa nei popoli; b) i principi morali non sono uguali per tutti; c) i principi logici e matematici sono sconosciuti a bambini e ignoranti.
Ovviamente le idee non possono che derivare dall'esperienza (e qui si evidenzia l'atteggiamento passivo della ragione nei confronti dell'esperienza) e, in quanto base della conoscenza, possono essere SEMPLICI, cioè divise in IDEE DI SENSAZIONE (ricevute da un'esperienza esterna) divise a loro volta in oggettive e soggettive, e IDEE DI RIFLESSIONE (ricevute da un'esperienza interna) e COMPLESSE. Le idee complesse sono l'insieme di varie idee semplici (che sono qualità singole). Quest'ultime grazie all'intelletto riescono a combinare le idee complesse (quando invece l'intelletto procede per astrazione le idee create sono di ordine generale) le quali si dividono in IDEE DI MODO (non sussistenti per sé ma solo come manifestazioni di una sostanza, es: triangolo, gratitudine...), IDEE DI SOSTANZA (sussistenti di per sé, es: uomo, pecora...) e IDEE DI RELAZIONE (frutto di confronto di un'idea con un'altra).
Parlando invece di sostanza, ci si chiede se la sostanza abbia un corrispondente ontologico e la risposta è NO! Perché no? Perché essa è 'supposto ma sconosciuto sostegno delle qualità effettivamente esistenti': noi quindi supponiamo ma non conosciamo, e tutto ciò a cui diamo un nome è un nome generale che assegniamo a questo carattere arbitrario (convenzionale e soggettivo) che è la sostanza. Si può dire ergo che la conoscenza della realtà è data dalla realtà che percepisco.
Parliamo invece di CONOSCENZA: la conoscenza è la percezione della connessione e dell'accordo,o del disaccordo e del contrasto tra le nostre idee. Certo quando l'accordo è colto immediatamente la conoscenza diviene più certa!
La conoscenza si divide anch'essa in 3 gradi:
- intuitiva (accordo/disaccordo immediato) grazie alla quale abbiamo la certezza dell'IO;
- dimostrativa (accordo/disaccordo tramite idee intermedie=prove) grazie alla quale abbiamo la certezza di DIO;
- per esperienza/della realtà esterna (ripetizione di comportamenti o giudizi sintetici) grazie alla quale abbiamo la certezza PROBABILE della realtà.

E di empirismo, R di razionalismo

Lungo il 600, in quello che è il campo della filosofia vediamo svilupparsi due correnti totalmente opposte. Ecco le caratteristiche principali di entrambe:

EMPIRISMO:
- Presupposto: ESPERIENZA
- Metodo: Induttivo
- Conoscenza A POSTERIORI
- No leggi universali
- No legami tra le cose (e se ci fossero non potremmo coglierli perché c'è un rapporto di abitudine e non di causalità) --> 'ESSE EST PERCIPI' + no adeguatio ad rerum!

RAZIONALISMO:
- Presupposto: libero operato della RAGIONE
- Metodo: Deduttivo (geometrico-matematico --> da cause a effetti).
- Conoscenza A PRIORI
- Leggi di validità universale
- Realtà come insieme di eventi causalmente collegati tra loro e governati da leggi!

giovedì 14 aprile 2011

Dioniso o della Ubriacatura

Dioniso, (in greco: Διόνυσος o anche Διώνυσος) è una divinità della mitologia greca.


Dioniso, quale divinità della vegetazione, era legato soprattutto alla pianta della vite (quindi alla vendemmia ed al vino) e all'edera. Uno dei suoi suo attributi era infatti il sacro Tirso, un bastone con attorcigliati pampini (sono i vitigli dell'uva) ed edera; altro suo attributo è il kantharos, una coppa per bere caratterizzata da due alte anse che si estendono in altezza oltre l'orlo. Dioniso viene spesso rappresentato nelle arti come vestito di pelle di leopardo (un po' osè), su di un carro di trionfo assieme alla sua compagna Arianna (che era stata piantata in Nasso! Non in Asso,maledetti amanuensi neanche buoni a copiare. Se avete qualche dubbio riguardatevi il mito:Wikipedia Arianna), solitamente si accompagna in gioiose processioni con bestie feroci, satiri e sileni. Le sue sacerdotesse erano le menadi (non serve che spieghi perchè si chiamavano menadi!), o baccanti, donne in preda alla frenesia estatica (Visto!Dioniso aveva donne in preda di frenesia e noi invece ci becchiamo quelle sclerotiche,non tutte ma...) ed invasate (non dentro al vaso -.-, ma "occupate" mente e anima dal dio) dal dio.

Quale divinità della forza vitale, dell'impulso, dell'ebbrezza e dell'estasi (insomma un grande,considerando che faceva questo tutto il giorno).
I sintomi dell'ubriacatura comuni possono includere il parlare in modo sconclusionato (tipo come alcuni politici), la perdita dell'equilibrio, la mancanza di coordinazione, l'eccitazione, l'irritabilità, l'arrossamento di viso e occhi (più o meno come durante una lezione di scuola).

1848...In Europa...

Insomma è inutile tirarla lunga! Dopo le sconfitte dei moti liberali del '20 e '30, le associazioni segrete (che poi tanto segrete non erano visto che le conosciamo, o no?) si ritrovarono con niente di fatto (proprio perdenti), tranne che per la Grecia, ma tanto si beccò un re,quindi anche lì ciccia! Naturalmente se si chiamano moti del '48 saranno avvenuti quando? (nel 1948!) E naturalmente da dove se non dalla terra della rivoluzione (Francia)? Infatti il re borghese (Luigi Filippo d'Orleans), dato che era un alto (di classe non di statura) borghese rappresentava l'alta borghesia e non il povero popolo oppresso dalle tasse (solite piaghe).
Questa tiritera continua fino a quando il governo proibì lo svolgersi della cosiddetta "campagna dei banchetti" (causa gastrointerite) che semplicemente era una campagna organizzata dall'opposizione e univa politica ad abbuffate (quando dicono che la politica è un magna-magna). Da lì a 3 giorni (se sa i francesi sono veloci) viene proclamata la Seconda Repubblica (dopo quella della riv.Francese). I rivoltosi diedero vita a un governo provvisorio di carattere democratico,istituirono quindi degli ateliers (si come quelli della moda!) nationaux (dei sindacati,in poche parole,ma i francesi devono sempre dare nomi grandi). Il 23 aprile (1948 scommetto che vi eravate già dimenticati!) si tennero le elezioni a suffragio universale maschile (E femane a casa a lavorare! Sti maschilisti Francesi) per creare un governo regolare. Vinsero nettamente i moderati e ciò provocò la ribellione degli altri (democratici e socialisti). La ribellione venne repressa nel sangue! Venne quindi eletto,tramite un plebiscito, Carlo Luigi Napoleone Bonaparte (vi ricorda qualcuno? Sì è il suo nipote) come Presidente della Repubblica con enormi poteri sul Parlamento e infine nel 1852 viene eletto Imperatore dei Francesi (Fantasia!Come il nonno,console e poi imperatore,sempre la stessa storia). Dalla Francia La ribellione si diffonde (Quando Parigi ha il raffreddore tutta l'Europa starnutisce, probabilmente non conoscevano la benagol -.-) in tutto l'impero Austro-Ungarico.
Naturalmente la repressione fu brutale, la prima a soccombere fu Praga, che venne bombardata (no,non esistevano gli aerei,viene bombardata da dei cannoni), poi Vienna e infine la Ungheria attacata da Russia e Impero (Insomma nulla di fatto anche qua). Nella Confederazione Germanica (Crautolandia) la riv. scoppia a Berlino il 14 marzo (si del 1848!), viene istituita la Dieta (da dies=giorno, no quella che le donne vogliono fare!) di Francoforte (beh qua la battuta è pessima, non a dico), fatto sta che non conclude niente (ma dai -.-) e perciò creano una nuova Assemblea Costituente con lo scopo di creare la Germania. Gli schieramenti sono 2:
  1. Grande Germania= Tetezchi più austriaci
  2. Piccola Germania=Zolo Tetezchi,con a guida la Prussia
Vince l'opinione della Piccola Germania, ma nessuno aveva tenuto conto del fatto che alla Prussia non gliene fregava niente, per cui non si conclude niente!
Insomma quando si dice fare un 48 si intende dire fare disastri a nastro, anche se poi come abbiamo visto non hanno portato a niente...Che Scarsi!
IL 48 IN ITALIA
Possiamo essere da meno noi Italiani, certo che no! Quindi scoppia la prima guerra d'Indipendenza. Carlo Alberto dichiara guerra all'Austria (mica per iniziative liberali, ma per aquisire nuovi territori e per togliere l'iniziativa ai repubblicani, ricordiamo che Carlo Alberto era re) e subito vengono inviati rinforzi da parte del papa Pio IX (Nono), Leopoldo II (Secondo), Ferdinando II(Secondo anche lui) di Napoli.
Gli Austriaci perdono nelle battaglie di Goito e Pastregno, ma Radetzky (il capoccia dell'esercito austriaco) fece asserragliare le truppe austriache nel quadrilatero tra Mantova, Peschiera, Legnago e Verona. L' Austria minaccia uno scisma con la chiesa cattolica se il papa non avesse ritirato immediatamente le truppe dal conflitto, e dopo come le tessere del domino si ritirono anche gli altri, per cui Carlo Alberto si trova da solo (come un pero) a combattere. Inizialmente vince a Curtatone Montanara, Goito e Peschiera, ma la battaglia decisiva è a Custoza (23-25 luglio 1848) e il Piemonte le prende fisse! Pace bianca (vuol dire ripristinata la situazione pre-guerra) a Vigevano il 9 agosto 1848.
Nonostante la sconfitta il Piemonte, ma soprattutto i patrioti, volevano riprendere la guerra, perciò Carlo Alberto ridichiara guerra e si prende una mina sulle gengive perchè perde un'altra battaglia, quella di Novara (23 marzo 1849). Pace Bianca a Vignale, Carlo Alberto abdica (cede il trono) in favore del figlio Vittorio Emanuele II. Le Repubbliche che si erano create in seguito alla prima guerra d'indipendenzavengono subito rovesciate, Brescia, Toscana, Roma e infine Venezia dovettero cedere.


Se avete capito qualcosa un grazie sarebbe gradito :)